CHE COSA È E A CHE COSA SERVE :
Il Parco è situato nella porzione nord-orientale della provincia di Milano, nel contesto dell’alta pianura asciutta, un ambito caratterizzato da significativi episodi di espansione urbana, a scapito del paesaggio agrario.
In tale ambiente il sistema agricolo, in cui prevalgono, oltre alle superfici a seminativo e a prato, gli impianti florovivaistici e le colture orticole, appare ancora riconoscibile e apprezzabile, rivestendo notevole importanza in quanto elemento di interfaccia e di relazione tra i diversi sistemi insediativi e, almeno in prospettiva, per la possibilità di istituire un rapporto privilegiato tra i margini dei tessuti urbani e lo spazio aperto.
Il territorio appartiene a quell’area denominata “Brianza Orientale”, ed è inserito nel perimetro della Provincia di Monza. Lo scenario territoriale di riferimento si caratterizza per un’articolazione policentrica del territorio, in cui nella trama dei nuclei storici si dipana un reticolo stradale con collega la metropoli con il nord della regione (Lecco) e con l’est (Bergamo).
Il territorio presenta una densità abitativa piuttosto elevata, le aree libere di margine sono interessate in prevalenza da insediamenti e previsioni di comparti produttivi che tendono a costituire fronti compatti di modesta qualità o da reliquati di spazi non ancora inurbati. Lo sviluppo di quest’area ha visto una progressiva accelerazione a partire dagli anni ’60, senza peraltro compromettere in modo significativo le valenze territoriali come avvenuto di contro in altre parti del nord ovest milanese.
Lo sviluppo urbano, per quanto tumultuoso, ha mantenuto elementi significativi del paesaggio, nell’ambiente fisico ma anche in quello socio-culturale.
Sotto il profilo paesistico-ambientale, sono aree di estrema potenzialità, e per contro di estrema fragilità, proprio in ordine al loro molo di assorbimento degli impatti da parte del sistema insediativo e in relazione alla loro funzione di riequilibrio ecologico, riqualificazione del paesaggio e promozione di un “presidio ecologico” del territorio.
Gli edifici rurali costituiscono ancora i principali elementi di connotazione del paesaggio agrario, formando una sorta di dorsale centrale di riferimento del Parco. Fra questi complessi, oltre alle cascina Foppa (Vimercate), Cassinetta (Concorezzo) e Meda (Concorezzo), emerge in particolare la cascina Cavallera(Vimercate), che ha dato il nome al PLIS.
La fascia collinare verso Nord-est costituisce, infine, la sede storica delle grandi ville nobiliari seisettecentesche, quali villa Gallarati-Scotti a Oreno e le ville Borromeo, Ravizza e Cazzola ad Arcore.
Lo scenario territoriale di riferimento si caratterizza per un’articolazione policentrica del territorio, legata alla permanenza della trama dei nuclei storici, oggi peraltro sottoposti a decise dinamiche insediative, collegati da un reticolo stradale, che, se lascia intravedere il disegno di preesistenti infrastrutture territoriali e dell’orditura orografica, è oggetto di notevoli interventi di riqualificazione o ridisegno. L’ambiente costruito presenta una densità del territorio piuttosto elevata, sostanzialmente paragonabile a quella della regione urbana milanese, pur con una densità di popolazione inferiore, a causa dei modelli insediativi ed edilizi a carattere più aperto ed estensivo.
Le aree libere di margine sono interessate in prevalenza da insediamenti e previsioni di comparti produttivi che tendono a costituire fronti compatti di non elevata qualità
I comuni posti lungo la direttrice per Lecco (Monza, Villasanta, Arcore) possono essere ormai considerati come un unico organismo con una configurazione prevalentemente lineare, nel quale non è facile leggere gerarchie e identità territoriali, mentre le aree libere di margine sono invece interessate in prevalenza da insediamenti e previsioni di comparti produttivi che tendono a costituire fronti compatti e di scarsa qualità
I comuni di Concorezzo e Vimercate, invece, mantengono, almeno nella porzione compresa fra Concorezzo e la frazione di Oreno, un consistente spazio aperto che, mantenendo le caratteristiche agricole, consente ancora una differenziazione tra i due ambiti urbani. Per contro, lungo la Tangenziale Est si assiste al formarsi di una nuova conurbazione tra Agrate e Vimercate che rischia di chiudere i rapporti con l’area del Molgora.